Santi Michele, Gabriele e Raffaele
“L’indole secolare è propria e peculiare dei laici” (Lumen Gentium, 31).
Con questa affermazione il Concilio scolpisce l’aspetto specifico e distintivo della personalità ecclesiale dei fedeli laici. Membri a pieno titolo del Popolo di Dio e del corpo mistico, partecipi, mediante il battesimo, del triplice ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, i laici esprimono ed esercitano le ricchezze di tale loro dignità vivendo nel mondo. Ciò che per gli appartenenti al ministero ordinato può costituire un compito aggiuntivo o eccezionale, per i laici è missione tipica.
Nel mondo della cultura, della ricerca scientifica, della politica, del lavoro, in tutte le branche della vita societaria, là i figli e le figlie della Chiesa, nella trama degli eventi quotidiani, mettono a frutto i carismi dell’identità cristiana. Lo fanno cooperando lealmente e consapevolmente al progresso cui tende in ogni campo la comunità umana, valutandone costantemente gli orientamenti e i metodi alla luce della visione trascendente, nella convinzione che l’attesa dei nuovi cieli e delle nuove terre “non deve indebolire, bensì deve piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente” (Gaudium et Spes, 39).
[Angelus, 15 marzo 1987]
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