La “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo” ha profonde radici nel Concilio Vaticano II che ha presentato i fedeli laici come membri attivi e responsabili della Chiesa, investiti della sua missione di salvezza. Lo ha fatto sia sul piano dottrinale come su quello pastorale, nel contesto della “ecclesiologia di comunione” che pervade tutti i suoi testi, così che in ognuno di essi è presente il ruolo del laicato. In tal modo ha dato una impostazione nuova, eminentemente positiva, alla funzione dei laici nel tessuto del “popolo di Dio” e del “corpo mistico di Cristo”; ha aperto larghe prospettive ai loro peculiari carismi e alla loro creatività.
Uno dei fenomeni positivi più comunemente avvertito è lo sviluppo dell’associazionismo sia nel mondo degli adulti che fra la gioventù. La consapevolezza che anche i fedeli laici sono costituzionalmente Chiesa, si è radicata più a fondo e più estesamente anche nelle altre componenti del “popolo di Dio”, soprattutto nella gerarchia, alla quale il Concilio ha assegnato come obbligo impellente di promuovere sinceramente il concreto riconoscimento della dignità dei laici.
[Angelus, 8 febbraio 1987]
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