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SPIRITO SANTO

SPIRITO SANTO
"VIENI, .."

BUONA S. PASQUA

BUONA S. PASQUA
La Resurrezione di Gesù porti il Suo Amore nei nostri cuori

Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.

Nella Vita e nella Parola di Gesù l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità.

Silenzioso Dio

Fatima

Fatima
Cappella delle Apparizioni

S. Maria del Cammino





Il Papa venuto da lontano....

Il Papa venuto da lontano....
Dono di Dio per tutti gli uomini

venerdì 30 aprile 2010

30 mar. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

La solennità della Santissima Trinità presenta alla nostra orante contemplazione il mistero di Dio: Padre, Figlio, Spirito Santo.
Nella Trinità si può scorgere il modello originario della famiglia umana, costituita da un uomo e da una donna chiamati a donarsi reciprocamente in una comunione d’amore aperta alla vita.
Nella Trinità è anche il modello della famiglia ecclesiale, in cui tutti i cristiani sono chiamati a vivere rapporti di reale condivisione e solidarietà. È l’amore il segno concreto della fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La seconda Persona della Santissima Trinità, che si è incarnata e fatta uomo in Cristo, è presente tra noi nel sacramento dell’Eucaristia. È, questo, il tesoro più grande della Chiesa, che lo custodisce con immensa gratitudine ed amore. [Angelus, 7 giugno 1998]
http://video.libero.it/app/play?id=8aafc3b68e2161844c7aff4cb52bd484

giovedì 29 aprile 2010

29 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Di Santa Caterina da Siena, continua a parlarci la testimonianza della vita di questa insolita serva di Dio, che l’Eterna Sapienza scelse e sposò in modo così mirabile, dandole a conoscere tanto largamente i suoi progetti nel corso di appena 33 anni di vita terrestre. Sposa di Cristo, e portando la Croce dietro il suo Sposo e Maestro, ha riversato sulla Chiesa tutto l’amore che aveva per lui. L’amore della Croce ha suscitato in Caterina quella prudenza eroica, alla quale i Successori di san Pietro sono pure debitori per il fatto che continuano a costruire sullo stesso fondamento gettato qui a Roma dall’apostolo, e conducono la lotta spirituale loro affidata, fiduciosi in quella forza, che viene dal Signore, e non soltanto nel calcolo umano.
Confidiamo che la Santa senese ripeta anche agli italiani di oggi: “Cerco continuamente la salute vostra dell’anima e del corpo, non mirando a veruna fatica, offrendo a Dio dolci ed amorosi desideri con abbondanza di lagrime e di sospiri per riparare che i divini giudizi non vengano sopra di voi... Io vi amo più che non vi amate voi, ed amo lo stato pacifico e la conservazione vostra come voi” (cfr. Santa Caterina da Siena, Epist. 201).
[Angelus, 7 settembre 1980]

mercoledì 28 aprile 2010

28 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

La Pentecoste è festa grande per la Chiesa ed anche per il mondo. A Gerusalemme, cinquanta giorni dopo la risurrezione di Cristo, sulla prima comunità dei suoi seguaci discese lo Spirito Santo manifestandosi col vigore del vento e del fuoco e diventando l’anima della Chiesa nascente, la sua forza, il segreto del suo cammino nei secoli.
Potrebbe essa esistere senza lo Spirito Santo, datore della vita, di ogni vita? La Bibbia ce lo presenta librato sulle acque della prima creazione (cfr. Gen 1,2), principio di esistenza per tutte le creature. Dalla sua speciale effusione nel giorno di Pentecoste prende vita anche la nuova creazione, la comunità dei salvati, redenti dal sangue di Cristo.
Vieni, Santo Spirito! Noi ti invochiamo per tutta la Chiesa: accresci la nostra fedeltà, consolida la nostra unità, infondi slancio alla nostra evangelizzazione.Vieni, vieni Santo Spirito! Noi ti supplichiamo per il mondo.
[Regina Coeli, 27 maggio 2001]

martedì 27 aprile 2010

Denunciato un "linciaggio mediatico" contro il Papa e il Cardinal Rivera

Dichiarazione del Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico
di Nieves San Martín

CITTA' DEL MESSICO, lunedì, 26 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico ha reso pubblica questo lunedì una dichiarazione sul "discredito mediatico su Papa Benedetto XVI e sul Cardinale Norberto Ribera Carrera per i casi di pederastia", che definiscono "linciaggio mediatico".
I laici che compongono il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico (CACM) denunciano nella loro dichiarazione - inviata a ZENIT da Carlos Montiel, presidente del Consiglio - che "l'intenzione di vari mezzi di comunicazione di informare sulla pederastia all'interno della Chiesa non è altra se non quella di effettuare una campagna di linciaggio mediatico contro il Papa e l'Arcivescovo primate del Messico, dedicandosi a sfruttare lo scandalo affondando nel giornalismo scandalistico che caratterizza quanti cercano di fare affari anziché trasmettere informazioni certe e veritiere".
"L'inefficienza di alcuni media li ha portati a diventare giudici relegando il loro lavoro di informatori per dedicarsi a punire". "Siamo di fronte a una tappa di mancanza di ricerche serie e a un flusso nella divulgazione informativa che promuove la morbosità e la calunnia", sottolineano.
Allo stesso modo, considerano che "l'inaccettabile discredito del pontificato del Santo Padre Benedetto XVI proviene dalla lobby politica, dall'impatto mediatico e dalle organizzazioni private che hanno visto colpiti i propri interessi, come conseguenza della campagna pro-vita e pro-famiglia intrapresa dalla Chiesa".
Secondo gli analisti cattolici, "si vuole ritirare dallo spazio pubblico la Chiesa cattolica, o quantomeno macchiare la sua immagine pubblica".
Analizzando la situazione attuale, aggiungono, si constata che "quanti cercano di diluire la leadership della Chiesa come formatrice di società e famiglie sono coloro che lottano per una falsa, perfida ed eufemistica democrazia per sottometterla agli interessi, ai capricci e alla volontà dello Stato e di alcuni partiti politici, con quella dipendenza sognata dell'aspetto religioso dal laicismo che vuole la rapida distruzione della religione".
Gli analisti cattolici esprimono la loro "piena adesione al Santo Padre Benedetto XVI, che ha affrontato, in modo decisivo, i deprecabili casi di pederastia", e chiedono "agli informatori e ai mezzi di comunicazione che hanno agito in modo ostile contro la Chiesa di presentare le prove che avvalorino i loro articoli o le loro opinioni".
Allo stesso modo, manifestano "sostegno all'Arcivescovo primate del Messico, il Cardinale Norberto Rivera Carrera, che ha annunciato la tolleranza zero contro i pederasti che possono agire nell'Arcidiocesi".
In questo senso, respingono "la campagna realizzata contro di lui attraverso l'attivazione di risorse giuridiche che sono una distrazione, un inganno mediatico e opportunista che cerca di trarre profitti economici riaprendo processi che, a suo tempo, vennero analizzati dalle autorità competenti che esonerarono il Cardinale".
"Per questo diciamo basta all'impatto mediatico promosso da quanti vogliono esigere dalla Chiesa indennizzi e l'instaurazione di processi giudiziari contro Papa Benedetto XVI e i presuli della Chiesa", sottolineano, affermando "con certezza che il Santo Padre è un leader necessario per promuovere e migliorare le relazioni sociali, politiche, economiche e culturali nel mondo".
Annunciano anche che "la Chiesa cattolica non ha perso la sua credibilità dopo gli scandali commessi da sacerdoti pederasti". Al contrario, ricordano "quei cattolici che in modo eroico hanno mantenuto la propria fede integra: Vescovi, sacerdoti, religiosi/e, leader e fedeli laici", e chiedono "ai responsabili dell'informazione e alle autorità competenti di vegliare sul rispetto della libertà religiosa e di smettere di influenzare il pubblico perché creda che tutta la Chiesa agisce con una morale doppia".
Ai deputati e senatori che compongono il Congresso chiedono poi "congruenza con i loro progetti legislativi sullo Stato laico e la libertà religiosa", e ai giudici "di essere imparziali nell'applicazione della giustizia".
"Il problema della pederastia - affermano - è senza dubbio inammissibile e allo stesso modo lo è l'aborto. Se il primo sfigura il futuro della persona, il secondo spezza, distrugge ed elimina ogni futuro di vita". Lamentano quindi "il dolore di coloro che hanno subito abusi commessi da alcuni pastori ed ex chierici della Chiesa".
Il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico "esprime solidarietà a tutte le vittime, chiedendo a Dio che allevi questa situazione abominevole, oltre alla sua grazia perché siano uomini e donne che denunciano il crimine, e che la loro coraggiosa testimonianza serva per migliorare tutta la società".
Concludono quindi esprimendo la loro "fiducia nella Misericordia divina per coloro che sono stati offuscati dal desiderio della distruzione del prossimo", affinché "siano illuminati perché, convertendosi, possano far parte della Chiesa di Cristo che è stata ferita dai loro peccati".
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

L'amore ha compiuto tutto.

Biella,venerdì, 9 aprile 2009
Se il chicco caduto in terra non muore rimane solo, se invece muore porta molto frutto: possiamo anche noi provare a vivere con Gesù e in Gesù questa morte fruttifera. Possiamo, perché Lui ha pronunciato con amore per ciascuno di noi quelle parole di consegna sulla croce: “tutto è compiuto!”. L’Amore ha compiuto tutto per noi!
Perché non accogliere questo tempo di grazia per una sosta di riflessione? Vi proponiamo una traccia. Canteremo con voi le meraviglie della misericordia di Dio che farà sbocciare la Risurrezione neil nostri cuori. Dio è amore, osa amare senza timore. Dio è amore: non temere mai!
1. Sii una persona di fede, con abbandono incondizionato a Dio, che ha parlato a noi in Gesù Cristo. Coltiva la rettitudine delle intenzioni, sii gioioso nelle afflizioni, pronto nella misericordia verso i lontani e i vicini! Vivo intensamente l’adesione al Dio vivente che la Chiesa mi ha fatto incontrare?Ascolto la Bibbia con fede, celebro con la comunità l’Eucaristia, testimonio il Vangelo del Signore Gesù? Vivo la domenica come giorno del Signore e signore dei giorni?
2. Lasciati mettere in discussione dalla Parola di Dio per essere capace di trovare luce in mezzo alla frammentazione e confusione del nostro tempo! Nella mie scelte quotidiane mi lascio illuminare da quanto la Parola di Dio mi suggerisce interiormente e dai suggerimenti delle persone sagge e di fede che Dio mette sul mio cammino?
3. Sii desideroso di crescere nella conoscenza della fede, ascoltando i maestri di vita spirituale, i testimoni che sono voce della verità che illumina e salva! Mi metto alla ricerca di persone, di luoghi, di libri che mi aiutino a trovare il senso pieno della mia vita e mi conducano a conoscere meglio Gesù?
4. Sii rispettoso dei cammini di maturazione degli altri e pronto ad aiutare ciascuno a percorrere strade di libertà e luce secondo lo stile di Gesù! Mi faccio portavoce di una cultura di vita che la rispetti dal concepimento alla morte? Mi capita di usare la menzogna con l’intento di ingannare il prossimo, che ha diritto alla verità? 5. Vivi nella speranza, capace di testimoniare che Dio ci libera da ogni schiavitù dei mali presenti e dalla paura della morte; ci fa guardare avanti con fiducia, con distacco dai beni terreni e dai soldi, con una certezza più forte di ogni fallimento o ingiustizia o sconfitta! Davanti ai tanti mali del tempo presente, di fronte ai miei problemi, vivo la gioia di quanti sperano nel Signore?
6. Vivi sotto lo sguardo di Dio, desideroso di piacere in tutto a Lui solo e perciò libero da calcoli di riuscita terrena! Sono costante nei miei cammini, perseverante nella fedeltà alla chiamata di Dio e alla sua volontà nell’oggi? Sono affidabile? Mantengo fede agli impegni assunti, anche se questo dovesse costarmi sacrifici non indifferenti? Mi impegno nel lavoro, ritenendolo un mezzo per far fruttificare le capacità ricevute da Dio, senza ricercare forme di guadagno non trasparenti?
7. Sii accogliente e generoso verso tutti i fratelli e le sorelle nella fede, anche se diversi da te, pronto a far spazio all’altro, chiunque sia e da qualsiasi parte venga,per riceverlo con amore e offrirgli con gratuità il dono che Dio ti ha fatto! Quale la mia mitezza di fronte alle incomprensioni e alle offese? Perdono largamente? Opero con tutte le forze per la pacificazione dei cuori?
8. Sii innamorato di Dio, desideroso di rispondere al suo amore con umiltà, tenerezza, passione e disposto a far compagnia al suo dolore e alla sua gioia in ogni momento ! Do testimonianza dell’urgenza di amare il Signore al di sopra di tutto, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutto il mio essere?
9. Non dimenticare: il corpo non è ciò che l’uomo possiede, ma ciò che l’uomo è. Gli atti e i gesti che compie, la sua sessualità devono essere al servizio dell’incontro, della tenerezza dell’amore che si vive e si celebra! Il grande amore che ricevo dall’alto passa attraverso il mio corpo, le parole, i gesti? Vivo la relazione con l’altro come comunione o cedo alla tentazione di trasformarla in possesso e consumo? Ricordo che l’uomo e la donna sono immagine di Dio e il nostro corpo è suo tempio? Rispetto il mio corpo e quello degli altri evitando ciò che lo danneggia e ne calpesta la dignità?
10. L’amore che viene da Dio ci fa partecipi della sua vita. Sii capace di misurare e vivere ogni cosa sotto il primato della carità! Faccio strada a Dio e al suo amore infinito, piuttosto che farmi strada in questo mondo?
a cura del Monastero Mater Carmeli Biella

27 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

«Dopo quaranta giorni dalla sua risurrezione, egli fu elevato in alto sotto gli occhi dei discepoli e una nube lo sottrasse al loro sguardo» (cfr At 1,9).
Quello dell’Ascensione di Gesù è un evento che ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria dei primi discepoli, così che ne troviamo testimonianza nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli. Quaranta giorni dopo la sua risurrezione, Gesù condusse i suoi discepoli sul Monte degli Ulivi, “verso Betania”, e, «mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo» (Lc 24,50-51). Naturalmente essi rimasero a guardare verso l’alto, ma furono subito richiamati da due angeli: “Perché state a guardare il cielo? Questo Gesù tornerà un giorno allo stesso modo egli è il Mediatore tra Dio e l’uomo, tra il Regno dei cieli e la storia del mondo. Uniti a lui nel suo stesso Spirito, i credenti formano una comunità nuova, la Chiesa, la cui natura è al tempo stesso visibile e spirituale, pellegrinante nel mondo e partecipe della gloria celeste (cfr Lumen gentium, 8. 48-51).
[Regina Coeli, 27 maggio 2001]

lunedì 26 aprile 2010

26 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Risuona ancora il gioioso Alleluja della Pasqua. La pagina del Vangelo di Giovanni sottolinea che il Risorto, la sera di quel giorno, apparve agli Apostoli e «mostrò loro le mani e il costato» (Gv 20,20), cioè i segni della dolorosa passione impressi in modo indelebile sul suo corpo anche dopo la risurrezione. Quelle piaghe gloriose, che otto giorni dopo fece toccare all’incredulo Tommaso, rivelano la misericordia di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).
Questo mistero di amore sta al centro del culto della Divina Misericordia.
All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia!
[Regina Coeli, 3 aprile 2005]

domenica 25 aprile 2010

25 feb.2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Il giorno della risurrezione il Signore, apparendo ai discepoli, li salutò così: “Pace a voi!”.
La pace è il dono per eccellenza di Cristo crocifisso e risorto, frutto della vittoria del suo amore sul peccato e sulla morte. Offrendo se stesso, immacolata vittima di espiazione sull’altare della Croce, egli ha riversato sull’umanità l’onda benefica della Divina Misericordia.
Il Signore invia anche noi a recare a tutti la sua pace, fondata sul perdono e sulla remissione dei peccati. Si tratta di un dono straordinario, che egli ha voluto legare al Sacramento della penitenza e della riconciliazione.
Quanto ha bisogno l’umanità di sperimentare l’efficacia della misericordia di Dio in questi tempi segnati da crescente incertezza e violenti conflitti!
Maria, madre di Cristo nostra pace, che sul Calvario ha raccolto il suo testamento d’amore, ci aiuti a essere testimoni e apostoli della sua infinita misericordia.

sabato 24 aprile 2010

Meditatio del 2009

Biella,domenica, 12 aprile 2009

Pasqua di Risurrezione.
Signore Gesù, la tua vita risorta porta speranza nella nostra vita! Come una farfalla facci volare negli spazi del tuo amore, negli spazi della libertà che tu ci hai ridonato. Signore Gesù, tu tieni aperta per noi la porta dell’eternità. Ogni gesto di gratuità, ogni parola d’amore, ogni sguardo di misericordia, ogni sorriso di speranza restano per sempre. Amen! La farfalla, simbolo della vita risorta. La farfalla ,simbolo della libertà che Dio ci ha ridonato in Gesù. Lasciamo anche noi il nostro bozzolo per librarci negli spazi senza confini dell’amore di Dio! La buona notizia della Pasqua ci ha raggiunto: siamo amati da Dio, possiamo entrare in questo amore ! Con l’esperienza della Risurrezione si è aperta la porta dell’eternità e già noi ne siamo pervasi: ogni gesto di gratuità, ogni parola d’amore, ogni sguardo di misericordia, ogni sorriso di speranza restano per sempre. Voliamo leggeri verso spazi di luce e di libertà che superano ogni immaginazione!
a cura del Monastero Mater Carmeli

24 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Il canto del “Regina Coeli” esprime la gioia di Maria per la resurrezione del suo divin Figlio. Maria diventa così modello della comunità cristiana, che si “rallegra” per la Pasqua del suo Signore, fonte di autentica gioia per tutti i credenti. È il Risorto, infatti, la sorgente e la ragione ultima di questo gaudio spirituale, che nessuna ombra può e deve offuscare. La liturgia del tempo di Pasqua lo ripete costantemente: “Cristo è risorto come aveva promesso”. Così proclamiamo anche nel “Regina coeli”, preghiera tanto cara alla pietà popolare. Consapevole di quest’evento salvifico, che ha cambiato il corso della storia, la Chiesa si associa a Colei che ha vissuto più da vicino la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. E a lei chiede di sostenere la propria fede: “Ora pro nobis Deum - Prega per noi il Signore”. Ciascuno di noi si soffermi accanto al sepolcro vuoto per meditare sul sommo prodigio della resurrezione di Cristo.
[Regina Coeli, 12 aprile 2004]

venerdì 23 aprile 2010

23 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

«Non abbiate paura! - disse l’angelo alle donne - È risorto non è qui» (Mc 16,6). E aggiunse: “Ora andate” ad annunciare questa notizia agli Apostoli (cfr ivi).
Anche per noi hanno grande valore queste parole dell’angelo, che riascoltiamo sempre con intima emozione. Se infatti Cristo è risorto, tutto cambia e acquistano senso nuovo la vita e la storia.
La liturgia pasquale propone alla nostra meditazione la predicazione dell’apostolo Pietro alle folle di Gerusalemme. Essa è centrata su questo annuncio: «Gesù, Dio l’ha resuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At 2,32).
Con semplicità e chiarezza, Pietro afferma che il Cristo crocifisso è vivo, è risorto, e “tutti noi ne siamo testimoni”. Da allora la Chiesa non ha cessato di proclamare questa stessa “buona novella”. È urgente che tutti gli uomini conoscano e incontrino Cristo, crocifisso e risorto, e da lui si lascino conquistare. A quanti l’accolgono egli apre il cuore a quella gioia vera che rende nuova, bella e ricca di speranza l’umana esistenza.
[Regina Coeli, 21 aprile 2003]

giovedì 22 aprile 2010

22 apr. Giovanni Paolo II V Anniversario verso la Santità.......

La gioia pasquale pervade ancora i nostri cuori.
Ancora una volta è risuonato per noi il confortante annuncio della risurrezione: “Cristo, mia speranza, è risorto!”.
Se Cristo è risuscitato, possiamo guardare con occhi e cuore nuovi ad ogni evento della nostra esistenza.
È la liturgia pasquale che ci fa ricordare le parole dell’angelo alle tre donne piangenti accanto alla tomba vuota.
Esse, come ricorda il Vangelo, si recarono di buon mattino al sepolcro e là ricevettero da “un giovane... vestito d’una veste bianca” la notizia che ha cambiato il corso della storia: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui» (cfr Mc 16,6). È risorto. Ecco il centro della nostra fede. Testimone silenziosa di tutti questi eventi fu Maria. DomandiamoLe che aiuti anche noi ad accogliere in pienezza quest’annuncio pasquale.
[Regina Coeli, 24 aprile 2000]

47° Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni

Domenica 25 Aprile 2010 si celebra la 47° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.Ho una bella notizia! Io l'ho incontrato... è lo slogan scelto dal CNV per questa giornata.Il Centro Nazionale Vocazioni della CEI, nella “domenica del Buon Pastore”, propone a tutte le comunità cristiane e oranti che si ritrovano nel Giorno del Signore, di vivere un momento forte di sensibilizzazione, riflessione e preghiera sul significato e l’importanza della “chiamata vocazionale” nella vita di ogni battezzato. In particolare, oggi vogliamo ricordare tutte le “vite chiamate” che, con un Sì totale e radicale, hanno donato il proprio cuore e la propria esistenza al servizio di Dio e di tanti fratelli e sorelle, bisognosi di consolazione, di aiuto concreto e di speranza nel cammino spesso nebuloso e confuso della vita. Lo slogan include anche il senso di due eventi importanti che in questo anno si intrecciano tra di loro: l’Anno Sacerdotale, indetto da Papa Benedetto XVI°, che ha sullo sfondo la figura umanamente semplice e dimessa del S. Curato d’Ars: “la stola e la croce”… il Sacramento della Riconciliazione e l’abbandono amoroso della propria esistenza al Crocifisso Risorto.La forte sottolineatura presente nel messaggio del Papa: “la testimonianza di vita suscita Vocazioni”. E’ l’invito, l’impegno, la profezia per essere testimoni coerenti e sereni, in un mondo frastornato da tante “cattive notizie”; per raccontare la gioia di un incontro che può cambiare profondamente ogni esistenza: l’incontro con il Signore Gesù

Mercoledi 21 Aprile 2010 - BENEDETTO XVI: UDIENZA, NON AVER PAURA DELLE TEMPESTE E NEPPURE DEI “NAUFRAGI”

“Non avere paura delle tempeste della vita, e nemmeno dei naufragi, perché il disegno d’amore di Dio è più grande anche delle tempeste e dei naufragi”. E’ questo, “in sintesi”, il “messaggio” del recente viaggio apostolico a Malta, di cui il Papa – nell’udienza di oggi, cui in piazza S. Pietro hanno assistito circa 15 mila fedeli – ha ripercorso le tappe più salienti. Tra i momenti del viaggio, il Papa ha citato anche l’incontro con “alcune persone vittime di abusi da parte di esponenti del clero”, dopo la messa a Floriana: “ho condiviso con loro la sofferenza e, con commozione, ho pregato con loro, assicurando l’azione della Chiesa”, le parole di Benedetto XVI. “La sfida di coniugare nella complessità dell’oggi la perenne validità del Vangelo è affascinante per tutti, ma specialmente per i giovani”, ha detto Benedetto XVI ricordando l’”entusiasmo” che ha caratterizzato l‘incontro con i giovani al porto di Valletta. “A loro – ha proseguito il Santo Padre – non potevo non ricordare l’esperienza giovanile di san Paolo: un’esperienza straordinaria,unica, eppure capace di parlare alle nuove generazioni di ogni epoca”. Ai giovani, “potenziali eredi dell’avventura spirituale di san Paolo”, il Papa ha raccomandato di “scoprire la bellezza dell’amore di Dio donatoci in Gesù Cristo, abbracciare il mistero della sua Croce, essere vincitori proprio nelle prove e nelle tribolazioni”.

mercoledì 21 aprile 2010

21 apr..2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

L’annuncio “Cristo, mia speranza, è risorto!” continua a risuonare nella Liturgia del tempo pasquale. Si prolunga così e si dilata, nella Chiesa e nel cuore dei fedeli, il gaudio spirituale della Pasqua.
La risurrezione di Cristo costituisce l’evento più sconvolgente della storia umana. E quell’evento a tutti ha donato una nuova speranza: sperare, ora, non è più attendere che qualcosa avvenga. È essere certi che qualcosa è avvenuto, perché “il Signore è risorto e vive immortale!”. Per la prima volta le parole che proclamavano la Risurrezione furono pronunciate da un Angelo accanto alla tomba vuota di Cristo. “Cristo, mia speranza, è risorto!”, ripetiamo quest’oggi, invocando da lui il coraggio della fedeltà e la perseveranza nel bene. Invochiamo soprattutto la pace, dono che egli ci ha ottenuto con la sua morte e risurrezione.
Affidiamo a Maria questa nostra accorata invocazione. “Regina del cielo”, Tu che ti allieti perché “colui che portasti nel grembo è risorto”, ottieni conforto e sostegno. Ottieni serenità e pace per tutto il mondo.
[Regina Coeli, 5 aprile 1999]

martedì 20 aprile 2010

Biella,domenica, 19 aprile 2009

Ti racconto come sono risorto.
Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo ( Gv 20,25). La vita era triste. Gesù se ne era andato. Anzi si era lasciato prendere senza reagire . Si era lasciato inchiodare su quella croce senza senso, senza speranza (Cfr Lc 24,20). Il fallimento di una vita. La sua e la nostra che gli siamo stati accanto…che desolazione! Che vergogna! Che sconforto! Nominare anche solo il nome del Maestro faceva rivivere quelle ultime ore cariche di angoscia e paura: e se avessero arrestato anche noi? E se ci avessero riconosciuto come suoi amici? Meglio ributtarsi nella mischia. Meglio perdersi nuovamente nell’anonimato di una folla che non pensa, ma che lascia che altri pensino per lei. Ma poi le voci sono cominciate a circolare: il Maestro non è morto ma vive! Il Maestro ha mangiato con noi! Il Maestro è tornato! (Cfr Lc 24,33 – Gv 20,18). Sguardo di luce e di speranza nel cuore dei miei amici che mi annunciavano la notizia. Sguardo di incredulità nei miei occhi già abbastanza provati dalla delusione di un Maestro che non era stato in grado di risolvere i miei problemi, ma che si era lasciato condurre come un mite agnello a quella morte infame. Eppure il cuore mi diceva che dovevo andare anche io a vedere quel sepolcro. Nel silenzio di un mattino, sotto il cielo striato di una aurora ancora accesa ,entro nel giardino: una pietra rotolata, una tomba aperta, delle bende a terra e altre piegate ( Cfr Gv 20,6-7). La fresca brezza mi accarezza il volto, una lacrima scivola sull’erba: “Gesù dove sei? Perché mi hai lasciato solo?”. Passi leggeri mi fanno voltare e Gesù è lì a tendermi la mano: “Pace a te!Perché sei stato così incredulo da pensare che ti avessi abbandonato? Il mio amore per te ti raggiunge in ogni momento perchè non sono morto ma vivente!”. Gesù, il tuo amore estremo ha toccato il mio cuore e sono risorto.L’aurora della tua risurrezione ha scardinato le mie durezze. Gesù, mia sola speranza, tu sei compagno del mio cammino anche quando sbaglio strada o fuggo di fronte alle difficoltà. Gesù, credo in te! Tu hai amato la volontà del Padre sopra ogni cosa. Dammi il gusto dell’amore gratuito che apre sempre il cuore per portare sorriso, benevolenza, misericordia.
a cura del Monastero Mater Carmeli

20 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Nel tempo pasquale, i testi biblici della Liturgia mettono in risalto la presenza e l’azione dello Spirito Santo nella prima comunità cristiana. La Chiesa, fondata sulla testimonianza degli Apostoli, è guidata nel suo cammino attraverso i secoli dallo Spirito Santo, che la spinge sulle vie della missione incontro a tutte le nazioni ed a tutte le culture del pianeta. Ad esse non impone leggi o tradizioni umane, ma annuncia la Buona Notizia di Cristo Salvatore e il suo comandamento: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato» (cfr Gv 15,12), con grande rispetto per il loro patrimonio culturale e per il loro impegno religioso.
Siamo invitati a meditare con maggiore attenzione su questa realtà, e soprattutto ad elevare una corale invocazione a Dio, perché mandi il suo Spirito a rinnovare la terra ed a confortare il suo popolo pellegrino nella storia.
[Regina Coeli, 17 maggio 1998]

lunedì 19 aprile 2010

19 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Nel tempo liturgico della Pasqua, che va dalla Domenica di Risurrezione a quella di Pentecoste, risuona più frequente nell’assemblea dei credenti il canto gioioso dell’Alleluia. Esso è invito alla lode per la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Questo tempo è anche il periodo dell’anno nel quale facciamo memoria delle origini della Chiesa, riandando alle vicende del gruppo dei discepoli che, dopo aver incontrato Gesù risorto, ricevettero con potenza il suo Spirito e diventarono coraggiosi annunciatori del Vangelo nel mondo.
Come sotto la croce, intimamente unita al sacrificio redentore di Cristo, così nel Cenacolo Maria è sua silenziosa testimone fra gli Apostoli. In un certo senso, essa è l’animatrice della loro fede e della loro preghiera. Li sostiene e li incoraggia, mentre invocano unanimi lo Spirito Santo promesso da Gesù. [Regina Coeli, 26 aprile 1998]

domenica 18 aprile 2010

18 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). Con queste parole, il Cristo risorto chiama gli Apostoli ad essere messaggeri e ministri del suo amore misericordioso e da quel giorno, di generazione in generazione, risuona nel cuore della Chiesa quest’annuncio di speranza per ogni credente. Beati coloro che aprono l’animo alla misericordia divina! L’amore misericordioso del Signore precede ed accompagna ogni azione evangelizzatrice e l’arricchisce di straordinari frutti di conversione e di rinnovamento spirituale. Il cammino del popolo cristiano in ogni angolo della terra è segnato dall’azione costante della misericordia divina. Così nelle prime comunità, così nei successivi sviluppi della Chiesa nei vari continenti. La Madonna, madre della divina Misericordia, ci ottenga, di accogliere con animo aperto il dono dell’amore misericordioso che Cristo risorto offre a tutti i credenti, perché la sua misericordia e la sua pace segnino il presente ed il futuro dell’intera umanità.
[Regina Coeli, 19 aprile 1998]

sabato 17 aprile 2010

17 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Cristo, nostra Pasqua, è immolato….. “Perché cercate un vivo tra i morti?”.
L’Angelo ci invita a non cercare un vivo tra i morti. Possiamo raccogliere, da queste sue parole, due insegnamenti. Anzitutto, l’esortazione a non stancarci mai di cercare il Cristo risorto, che dona la vita in abbondanza a quanti lo incontrano. Trovare Cristo significa scoprire la pace del cuore, come conferma l’esperienza di tanti convertiti. Le stesse donne del Vangelo, dopo un iniziale timore, provano una grande gioia nel ritrovare vivo il Maestro (cfr Mt 28,8-9).
Ma vi è un secondo insegnamento, che possiamo trarre dalle parole dell’Angelo. Quando egli spinge le donne a non cercare “un vivo tra i morti”, vuole farci capire che Cristo - il Vivente che risplende di gloria - può essere conosciuto dai suoi discepoli meglio ora che prima della passione e morte. Adesso, infatti, egli dona ai discepoli lo Spirito Santo, che può guidarli «alla verità tutta intera» (Gv 16,13). Lo Spirito, primo dono del Risorto ai credenti (cfr Gv 20,22), soccorre alla loro fragilità, portandoli a “conoscere compiutamente il mistero della redenzione e a predicare in tutta verità la regola della fede.
[Regina Coeli, 13 aprile 1998]

venerdì 16 aprile 2010

16 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II


La pace offerta dal Cristo risorto è amore e misericordia. L’amore misericordioso di Dio rigenera ogni essere umano; è accogliendo il dono della misericordia del Signore risorto che è possibile costruire un mondo riconciliato, realmente aperto all’orizzonte della vita, della gioia piena e profonda in Dio Trinità. Dopo la Pasqua l’uomo non è più un essere per la morte, ma un essere per la vita. L’abisso della morte è stato annientato dall’esplosione di vita del Cristo risorto. Nell’icona orientale dell’anastasi, Gesù è raffigurato mentre solleva dal sepolcro Adamo ed Eva e li richiama alla vita. La glorificazione di Gesù è “premessa” e “promessa” della nostra glorificazione, purché non rifiutiamo il dono del suo amore misericordioso, grazie al quale possiamo partecipare alla festa della vita nel Cristo risorto. La Vergine Santa ci aiuti a far nostra la vita nuova del Figlio suo, accogliendo il dono della divina misericordia che ci rende costruttori di perdono, di riconciliazione e di pace.

[Regina Coeli, 6 aprile 1997]

giovedì 15 aprile 2010

15 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

«Pace a voi!» (Gv 20,19-21). Questo è il saluto del Signore risorto agli Apostoli. Pace a voi! Era l’abituale saluto ebraico, ma sulle labbra di Gesù esso è riempito di un contenuto nuovo. Il Risorto si presenta come la sorgente della pace, di una pace che non è solo assenza di guerra, ma comunione piena con Dio e con i fratelli.
Possa questo saluto del Risorto echeggiare in ogni angolo della terra, in questo nostro tempo ancora così provato dalla violenza. Pace a voi! Non è soltanto un augurio, ma un dono. Gesù ci assicura che la pace è possibile, perché ce ne dà insieme il segreto e la forza. Egli viene a snidarci da quel pessimismo di comodo, che talvolta ci fa pensare che la guerra e la violenza siano ineluttabili, e ci fa arroccare dentro le nostre sicurezze e i nostri confini, quasi che la sofferenza dei fratelli lontani non ci appartenga, e si possa lecitamente abbandonarli al proprio destino. No, non è così! La pace offerta da Cristo è un compito che ci investe tutti, e ci impegna ad avere un cuore veramente “universale”.
[Regina Coeli, 6 aprile 1997]

mercoledì 14 aprile 2010

14 feb.2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

La Liturgia ripete: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo!». L’alleluja della pasqua di risurrezione è recato dagli angeli. Gli angeli, dunque, sono al servizio dei disegni di Dio nei momenti fondamentali della storia della salvezza.
Quali inviati di Dio, essi fungono da messaggeri della sua volontà redentrice. La loro presenza è vista dalla Scrittura e dall’ininterrotta fede ecclesiale come segno di uno speciale intervento della Provvidenza e come annuncio di realtà nuove, che portano con sé redenzione e salvezza. L’annuncio pasquale, che il messaggero divino ha rivolto alle donne, viene ripetuto a ciascuno di noi dal nostro angelo custode: “Non temere! Apri il cuore a Cristo risorto”. Ponendo accanto a noi il suo angelo, il Signore intende accompagnare ogni momento della nostra esistenza con il suo amore e con la sua protezione, perché possiamo combattere la buona battaglia della fede (cfr 1 Tm 6,12) e testimoniare senza timore e senza esitazione la nostra adesione a lui, morto e risorto per la nostra redenzione.
[Regina Coeli, 31 marzo 1997]

martedì 13 aprile 2010

13 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

«Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso»(Sal 117,24).
Sconfiggendo la morte, Cristo ha fatto nuova ogni cosa (cfr. Ap 21,5). Dalla Pasqua scaturiscono per i credenti novità di vita, pace e gioia. La pace e la gioia della Pasqua però non sono solo per la Chiesa: sono per il mondo intero!
La gioia è vittoria sulla paura, sulla violenza e sulla morte.
La Pasqua sconfigge la paura dell’uomo, perché dà l’unica vera risposta ad uno dei suoi più grandi problemi: la morte.
Annunciando la Risurrezione di Gesù, la Chiesa vuole trasmettere all’umanità la fede nella risurrezione dei morti e nella vita eterna. L’annuncio cristiano è essenzialmente “vangelo della vita”. “Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto, non è qui!” dice l’angelo alle donne recatesi al sepolcro di buon mattino. Con queste parole egli ci fa comprendere che quel “vuoto” è segno di una nuova presenza del Signore tra gli uomini; quella tomba aperta e priva del corpo di Gesù è testimonianza della vittoria della vita sulla morte.
[Regina Coeli, 23 aprile 1995]

lunedì 12 aprile 2010

12 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Regina del cielo, rallegrati!
La Chiesa nell’invitare la madre di Cristo alla gioia ha in mente le parole pronunciate dal Signore nel cenacolo, alla vigilia della sua passione.
Disse Gesù: «La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora - diceva Gesù agli Apostoli - siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia» (Gv 16,21-23). Tra l’immagine della madre che dà alla luce il figlio e quella del buon Pastore che offre la vita per le sue pecore (cfr. Gv 10,11) esiste un profondo legame. Chi dà la vita nell’amore, la riceve di nuovo. L’amore infatti è forte come la morte (cfr. Ct 8,6). Ecco perché la verità sulla risurrezione si esprime anche attraverso il mistero del grano che cade in terra e muore per produrre il frutto (cfr. Gv 12,24).
[Regina Coeli, 24 aprile 1994]

domenica 11 aprile 2010

11 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

“Pace a voi”!
Ecco il saluto del Risorto.Dio è veramente il Pastore che lascia le novantanove pecore per andare alla ricerca di quella smarrita (cfr. Lc 15,4-6); è il Padre sempre in attesa del figlio perduto (cfr. Lc 15,11-31).
Chi può dire di essere senza peccato e di non aver bisogno della misericordia di Dio? Noi, uomini di questo nostro tempo così inquieto, oscillante tra il vuoto dell’auto-esaltazione e l’avvilimento della disperazione, abbiamo più che mai bisogno di una rigenerante esperienza di misericordia. Dobbiamo imparare a ripetere a Dio, con fiducia e semplicità di figli: “Grande è il nostro peccato, ma più grande è il tuo amore!” Aprendoci alla misericordia, non intendiamo certo trarne motivo per adagiarci nella mediocrità e nel peccato, ma al contrario ci sentiamo rianimati a propositi di vita nuova.
[Regina Coeli, 10 aprile 1994]

sabato 10 aprile 2010

Giovanni Paolo II...... 02 aprile - V Anniversario verso la Santità.......



A cinque anni dalla morte di Giovanni Paolo II, l'anniversario cade nei giorni più sacri del calendario cristiano, quasi a sottolineare non solo l'associazione alla passione di Cristo durante lo straziante declino fisico delle ultime settimane di vita terrena, ma soprattutto la fedeltà a seguire il Signore nel corso di tutta l'esistenza. A ricordarlo è stato Benedetto XVI nell'omelia per la messa in suffragio del Papa polacco - "grande polacco" lo ha definito - scegliendo "per tracciarne un profilo essenziale"due paragoni scritturistici.
Il primo è la fermezza del "servo di Dio" nel libro profetico di Isaia, che Benedetto XVI ha visto riflessa nella proclamazione del diritto da parte di Papa Wojtyla, "soprattutto quando doveva misurarsi con resistenze, ostilità e rifiuti". Il secondo paragone è quello evocato dal Pontefice quando celebrò il venticinquesimo della sua elezione e meditò sulla radicale domanda di Gesù a Pietro: "Mi ami tu? Mi ami più di costoro?". Parole alle quali Giovanni Paolo II confidò di avere risposto come l'apostolo - "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo" - e dicendosi consapevole tanto della propria fragilità umana quanto delle responsabilità affidategli dallo stesso Cristo.
Eletto sulla sede romana in età relativamente giovane, il Papa slavo si impose presto come uno dei protagonisti dell'ultimo ventennio del Novecento, assumendosi in pieno il compito che aveva intravisto il primate polacco Stefan Wyszynski: quello di "introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Fu lo stesso Pontefice a ricordarlo nel testamento, un testo scritto a varie riprese - ma sempre durante gli esercizi spirituali di quaresima - che documenta la sua visione mistica della storia e l'itinerario personale, coraggioso e drammatico. In tempi da lui stesso definiti come "indicibilmente difficili e inquieti", tra persecuzioni spietate, l'attentato alla sua vita, il timore del conflitto nucleare e, dopo il crollo del comunismo europeo, "nuovi problemi e difficoltà".
Di Papa Wojtyla moltissime donne e moltissimi uomini, nella Chiesa cattolica e fuori dai suoi confini visibili, serbano un ricordo vivo, dovuto soprattutto alla forza e alla tenacia, conservate sino agli ultimi giorni terreni, con cui seppe rendere presente e visibile il messaggio di Cristo in tutto il mondo, facendosi ovunque - come ha sintetizzato felicemente Benedetto XVI - "compagno di viaggio per l'uomo di oggi". In particolare attraverso i viaggi in un grande numero di Paesi, che per la prima volta furono visitati da un successore di Pietro; sulle orme di Paolo VI, il Papa che dopo il pellegrinaggio in Terra Santa si recò in tutti e cinque i continenti. Nel testamento Giovanni Paolo II, oltre l'importanza assegnata alla causa della "salvezza degli uomini" e della "salvaguardia della famiglia umana", si dichiara in medio Ecclesiae debitore per il "grande dono" del concilio, convinto della necessità di realizzarlo, necessità che definisce "grandissima causa" servita nel corso del pontificato. In questo la custodia della fede appare una delle caratteristiche principali: "Esprimo - si legge nel testo - la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza". E ancora: "Ho anche fiducia che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina". In questo servizio reso senza risparmiarsi all'unità della Chiesa, Papa Wojtyla volle accanto a sé, già dai primi anni, Joseph Ratzinger, che Paolo vi aveva creato cardinale nel suo ultimo concistoro e che oggi è il loro successore. Nella continuità che contraddistingue - nelle variazioni storiche e nella diversità naturale delle persone - la vocazione e la storia della Chiesa di Roma.
g. m. v.

10 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

“Pace a voi!”. Ecco il saluto del Risorto.
Sulle labbra di Gesù tale saluto va ben oltre la prospettiva e l’augurio di una pace esteriore, pur tanto necessaria.
La pace recata da Gesù è la pienezza del dono pasquale. Cristo stesso è la nostra pace (cfr. Ef 2,14). Apparendo agli Apostoli dopo la risurrezione, egli, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29), inaugura il tempo del grande perdono, offerto agli uomini attraverso il dono dello Spirito e i sacramenti della Chiesa: «A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi» (Gv 20,23).
La pace donata dal Risorto è, così, il trionfo della Divina Misericordia. Che cosa infatti è la misericordia, se non l’amore sconfinato di Dio, che di fronte al peccato dell’uomo, frenando il sentimento di una severa giustizia, quasi si lascia intenerire dalla miseria della sua creatura, e si spinge fino al dono totale di sé, nella croce del Figlio? “O felice colpa che ci hai meritato un così grande Redentore!”.
[Regina Coeli, 10 aprile 1994]

venerdì 9 aprile 2010

09 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

“È risorto!”.
È interessante che al sepolcro, la domenica di Pasqua, vanno le donne, ma non va Maria. Uno scrittore polacco dice che probabilmente era molto affaticata dagli avvenimenti, dalle preghiere comuni, e nel momento in cui uscivano queste tre donne per andare al sepolcro, Maria non poteva andare insieme. Ma lo stesso scrittore aggiunge che lei certamente è la prima che ha ricevuto quella grande notizia. Lei per prima ha ricevuto l’annuncio dall’Angelo della Incarnazione e lei è anche la prima a ricevere l’annuncio della Risurrezione. Non parla di questo la Scrittura, ma è una convinzione basata sul fatto che Maria era la madre di Cristo, madre fedele, madre prediletta, e che Cristo era il Figlio fedele a sua madre. Cristo sapeva bene quanto la sua morte, la sua passione, è costata a sua madre, non voleva lasciarla sola e così, sotto la Croce, ha pensato subito a dare a sua madre un altro figlio, un figlio per proteggerla, per difenderla. Certamente lo stesso Cristo nel momento della Risurrezione pensava prima di dare questa notizia, questo annuncio, a sua madre.
[Regina Coeli, 4 aprile 1994]

giovedì 8 aprile 2010

08 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

“Gesù è risorto”, annuncia l’angelo alle donne venute al sepolcro, “non è più qui”. La vita ha vinto la morte. Anche se agli occhi dell’umana esperienza, essa sembra ancora vincitrice, Cristo, morendo e risorgendo, l’ha svuotata, per così dire, dall’interno. C’è bisogno di fede per aprirsi a questo meraviglioso e nuovo orizzonte. Lo dice Gesù all’apostolo Tommaso, assalito dal dubbio: «beati quelli che pur non avendo visto crederanno» (Gv 20,29). La fede non è illusione: essa è sguardo penetrante, che ci fa penetrare ad un livello più profondo della realtà. È accoglienza della voce interiore dello Spirito di Dio, è fiducia ragionevolmente posta in una testimonianza storicamente fondata. Lasciamoci, dunque, raggiungere dal consolante messaggio della Pasqua ed avvolgere dal trionfo della sua luce, che dissipa le tenebre della paura e della tristezza. Gesù risorto cammina accanto a noi. Egli si rende, in qualche modo, sperimentabile a quanti lo invocano e lo amano. Oltre che nella preghiera, possiamo incontrarlo nei vari momenti della vita, se viviamo con fede e con amore. Luogo concreto dell’incontro con Cristo può essere pure la gioia semplice dello stare insieme, la cordialità dell’accoglienza, l’amicizia, il godimento della natura.
[Regina Coeli, 12 aprile 1993]

mercoledì 7 aprile 2010

07 mar. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

Regina del cielo, rallegrati!
Cristo è veramente risorto, allelujia!
L’invito alla gioia scandisce l’itinerario spirituale di Maria di Nazareth.
La prima parola che le rivolge l’angelo Gabriele è chiara, cioè gioisci, rallegrati, esulta.
Maria accoglie l’invito alla gioia e lo esprime nel nobile inno del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio salvatore» (Lc 1,46-47).
Tutto l’essere di Maria vibra di gioia profonda perché vede avverata in sé la legge storico-salvifica della bassezza-esaltazione nel mistero pasquale (Fil 2,6-11).
Il culmine della gioia è da lei raggiunto quando vede adempiersi la promessa di Gesù: «Il Figlio dell’uomo... il terzo giorno risorgerà» (Mt 17,22-23).
Tale esultanza della Madre del Risorto si prolungherà in tutta la Chiesa, coinvolgendo ognuno di noi.
[Regina Coeli, 3 maggio 1992]

martedì 6 aprile 2010

06 mar. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

“Pace a voi”!
Gesù ci rivolge quest’augurio di speranza e di gioia. Ci dona la sua pace, mostrando i segni della dolorosa passione. E dalle sue mani trafitte, dal suo costato perforato sgorga per l’umanità intera il dono prezioso della pace e della divina misericordia. Egli rivela nel prodigio della sua risurrezione “il Dio dell’amore misericordioso, proprio perché ha accettato la croce come via alla risurrezione”.
Lo stesso Cristo - come ho avuto modo di scrivere nell’Enciclica Dives in misericordia - al termine e, in certo senso, già oltre il termine, della sua missione messianica, rivela se stesso come fonte inesauribile della misericordia, del medesimo amore che, nella prospettiva ulteriore della storia della salvezza nella Chiesa, deve perennemente confermarsi più potente del peccato.
Il Cristo pasquale è veramente l’incarnazione definitiva della misericordia, il suo segno vivente: storico-salvifico ed insieme escatologico.
[Regina Coeli, 26 aprile 1992]

lunedì 5 aprile 2010

05 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II

La gioia spirituale della Pasqua, che pervade in questi giorni il nostro spirito, trae la sua ragione da questa profonda verità: Cristo è risorto.
Ed in lui anche noi siamo risorti, passando dalla morte alla vita, dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’amore.
Le suggestive celebrazioni del Triduo Santo ci hanno fatto rivivere questo mistero sconvolgente che ha trovato sul Calvario il suo epilogo drammatico. La solenne Veglia Pasquale ci ha, poi, permesso di partecipare al trionfo definitivo del Redentore sulla morte, riempiendo il nostro cuore di luce e di speranza.
Cristo è risorto! È il grido della fede, che ha animato la testimonianza eroica di innumerevoli santi e martiri di tutti i tempi. È il conforto dello spirito che ha sostenuto e continua a sostenere la tenace pazienza di numerose persone ammalate e sofferenti. È il principio della vita nuova, della rinnovata rigenerazione dell’umanità. Cristo è risorto! È la buona novella che la Chiesa proclama ed offre in dono a quanti sono alla ricerca della gioia, della vera felicità.
[Regina Coeli, 20 aprile 1992]

domenica 4 aprile 2010

04 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II


Siano benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’eterno Amore!
Siano benedetti tutti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o madre, a fare quello che dice il tuo figlio Gesù (cfr. Gv 2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo.
Sii benedetta sopra ogni cosa tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisci alla divina chiamata!
Sii salutata tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del tuo Figlio!
Madre della Chiesa! Illumina il Popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità!
Aiutaci a vivere con tutta la verità della consacrazione di Cristo per l’intera famiglia umana del mondo contemporaneo. Affidandoti, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo, mettendola nel tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli stessi uomini d’oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità e sembra chiudere le vie verso il futuro!
[Regina Coeli, 16 maggio 1982]

sabato 3 aprile 2010

03 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II


Gesù ha detto agli apostoli: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,21). Queste parole ha pronunciato Cristo la sera del primo giorno dopo il sabato. Furono le prime, che gli apostoli sentirono dalla bocca del Risorto.

In queste parole Cristo si è manifestato come il Buon Pastore ed insieme come il Principe dei Pastori. È il Buon Pastore, perché dice: “Ricevete lo Spirito Santo”, l’invisibile cibo e rafforzamento delle anime. È il Principe dei Pastori, perché dice: “Anch’io mando voi...”. La Chiesa seguendo le indicazioni del suo Maestro prega il Signore della messe perché mandi operai per la sua messe (cfr. Mt 9,38; Lc 10,2).

La Chiesa prega perché a molti cuori giovani giunga questo invito: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23).

[Regina Coeli, 2 maggio 1982]

venerdì 2 aprile 2010

02 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II


Lo Spirito Santo è l’autore della nostra santificazione: egli trasforma l’uomo nel suo intimo, lo divinizza, lo rende partecipe della natura divina (cfr. 2Pt 1,4), come il fuoco rende incandescente il metallo, come l’acqua sorgiva disseta: “fons vivus, ignis, caritas”. La grazia è comunicata dallo Spirito Santo per il tramite dei sacramenti, che accompagnano l’uomo durante tutto l’arco della sua esistenza. E, mediante la grazia, egli diventa il dolce ospite dell’anima: “dulcis hospes animae”; inabita nel nostro cuore; è l’animatore delle energie segrete, delle scelte coraggiose, della fedeltà incrollabile. Egli ci fa vivere nell’abbondanza della vita: della stessa vita divina.


E proprio per questa sollecitudine circa l’abbondanza della vita Cristo rivela se stesso come Buon Pastore delle anime umane: Pastore che prevede l’avvenire definitivo dell’uomo in Dio; Pastore che conosce le sue pecore (cfr. Gv 10,14) fino al fondo stesso della verità interiore dell’uomo, il quale può parlare di se stesso con le parole di sant’Agostino: “Inquieto è il mio cuore, finché non riposi in Te” (cfr. S. Agostino, Confessiones I, 1).


[Regina Coeli, 10 maggio 1981]

giovedì 1 aprile 2010

01 apr. 2010 Un pensiero al giorno di Giovanni Paolo II


Durante tutto il periodo pasquale, la Chiesa non cessa di invitarci a partecipare alla gioia di Maria, madre del Signore risorto. La sua gioia concentra in sé tutto ciò, di cui gioisce la Chiesa: ogni bene della natura e della grazia, il bene che si manifesta nelle opere del pensiero umano e dell’arte, e soprattutto il bene che fruttifica nelle coscienze e nei cuori di tutti gli uomini. In ogni aspetto di tale bene è presente il mistero pasquale, in ognuno di essi “la vita vince la morte”, e la risurrezione di nostro Signore vi imprime la sua durevole traccia. La Chiesa gioisce in mezzo alle sofferenze, che non mancano mai nella sua vita, e in mezzo alle fatiche e alle minacce, tra cui si sviluppa l’opera del Vangelo in tutta la terra. Lo testimoniano gli Atti degli Apostoli, che in questo periodo pasquale costituiscono una particolare fonte per le letture liturgiche del Popolo di Dio. Questa più antica registrazione degli avvenimenti della vita della Chiesa apostolica coglie il mistero pasquale, che si riflette nelle fatiche dei primi testimoni di Cristo sulle vie del mondo.
[Regina Coeli, 27 aprile 1980]