«Pace a voi!» (Gv 20,19-21). Questo è il saluto del Signore risorto agli Apostoli. Pace a voi! Era l’abituale saluto ebraico, ma sulle labbra di Gesù esso è riempito di un contenuto nuovo. Il Risorto si presenta come la sorgente della pace, di una pace che non è solo assenza di guerra, ma comunione piena con Dio e con i fratelli.
Possa questo saluto del Risorto echeggiare in ogni angolo della terra, in questo nostro tempo ancora così provato dalla violenza. Pace a voi! Non è soltanto un augurio, ma un dono. Gesù ci assicura che la pace è possibile, perché ce ne dà insieme il segreto e la forza. Egli viene a snidarci da quel pessimismo di comodo, che talvolta ci fa pensare che la guerra e la violenza siano ineluttabili, e ci fa arroccare dentro le nostre sicurezze e i nostri confini, quasi che la sofferenza dei fratelli lontani non ci appartenga, e si possa lecitamente abbandonarli al proprio destino. No, non è così! La pace offerta da Cristo è un compito che ci investe tutti, e ci impegna ad avere un cuore veramente “universale”.
[Regina Coeli, 6 aprile 1997]
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