L’annuncio “Cristo, mia speranza, è risorto!” continua a risuonare nella Liturgia del tempo pasquale. Si prolunga così e si dilata, nella Chiesa e nel cuore dei fedeli, il gaudio spirituale della Pasqua.
La risurrezione di Cristo costituisce l’evento più sconvolgente della storia umana. E quell’evento a tutti ha donato una nuova speranza: sperare, ora, non è più attendere che qualcosa avvenga. È essere certi che qualcosa è avvenuto, perché “il Signore è risorto e vive immortale!”. Per la prima volta le parole che proclamavano la Risurrezione furono pronunciate da un Angelo accanto alla tomba vuota di Cristo. “Cristo, mia speranza, è risorto!”, ripetiamo quest’oggi, invocando da lui il coraggio della fedeltà e la perseveranza nel bene. Invochiamo soprattutto la pace, dono che egli ci ha ottenuto con la sua morte e risurrezione.
Affidiamo a Maria questa nostra accorata invocazione. “Regina del cielo”, Tu che ti allieti perché “colui che portasti nel grembo è risorto”, ottieni conforto e sostegno. Ottieni serenità e pace per tutto il mondo.
[Regina Coeli, 5 aprile 1999]
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