Risuona ancora il gioioso Alleluja della Pasqua. La pagina del Vangelo di Giovanni sottolinea che il Risorto, la sera di quel giorno, apparve agli Apostoli e «mostrò loro le mani e il costato» (Gv 20,20), cioè i segni della dolorosa passione impressi in modo indelebile sul suo corpo anche dopo la risurrezione. Quelle piaghe gloriose, che otto giorni dopo fece toccare all’incredulo Tommaso, rivelano la misericordia di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).
Questo mistero di amore sta al centro del culto della Divina Misericordia.
All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia!
[Regina Coeli, 3 aprile 2005]
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