“Pace a voi”!
Gesù ci rivolge quest’augurio di speranza e di gioia. Ci dona la sua pace, mostrando i segni della dolorosa passione. E dalle sue mani trafitte, dal suo costato perforato sgorga per l’umanità intera il dono prezioso della pace e della divina misericordia. Egli rivela nel prodigio della sua risurrezione “il Dio dell’amore misericordioso, proprio perché ha accettato la croce come via alla risurrezione”.
Lo stesso Cristo - come ho avuto modo di scrivere nell’Enciclica Dives in misericordia - al termine e, in certo senso, già oltre il termine, della sua missione messianica, rivela se stesso come fonte inesauribile della misericordia, del medesimo amore che, nella prospettiva ulteriore della storia della salvezza nella Chiesa, deve perennemente confermarsi più potente del peccato.
Il Cristo pasquale è veramente l’incarnazione definitiva della misericordia, il suo segno vivente: storico-salvifico ed insieme escatologico.
[Regina Coeli, 26 aprile 1992]
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