“Pace a voi!”. Ecco il saluto del Risorto.
Sulle labbra di Gesù tale saluto va ben oltre la prospettiva e l’augurio di una pace esteriore, pur tanto necessaria.
La pace recata da Gesù è la pienezza del dono pasquale. Cristo stesso è la nostra pace (cfr. Ef 2,14). Apparendo agli Apostoli dopo la risurrezione, egli, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29), inaugura il tempo del grande perdono, offerto agli uomini attraverso il dono dello Spirito e i sacramenti della Chiesa: «A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi» (Gv 20,23).
La pace donata dal Risorto è, così, il trionfo della Divina Misericordia. Che cosa infatti è la misericordia, se non l’amore sconfinato di Dio, che di fronte al peccato dell’uomo, frenando il sentimento di una severa giustizia, quasi si lascia intenerire dalla miseria della sua creatura, e si spinge fino al dono totale di sé, nella croce del Figlio? “O felice colpa che ci hai meritato un così grande Redentore!”.
[Regina Coeli, 10 aprile 1994]
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