«L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva... Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente».
Già nell’antica alleanza, gioia e rendimento di grazie sono la risposta consueta di tutto il popolo o di qualcuno dei suoi membri, quando Jahvè interviene in loro favore. Fioriscono così, nella letteratura dell’Antico Testamento, cantici di ringraziamento, da parte sia dell’intera assemblea di Israele sia di persone singole.
E la preghiera dei salmi, che serviva in gran parte per il culto liturgico, educava il popolo eletto e ciascuno dei suoi componenti a “magnificare” e “ringraziare” il Signore, per le “meraviglie” operate in loro soccorso. Fra gli oranti del Nuovo Testamento, occupa il primo posto Maria, che scioglie il suo inno di grazie, cioè il “Magnificat”….La contemplazione della Vergine santissima ringiovanisca la nostra gioia e la renda operosa.
[Angelus, 28 agosto 1983]
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