La liturgia celebra oggi la festa della Trasfigurazione del Signore sul monte Tabor.
Di questo messaggio evangelico fu testimone intrepido ed annunciatore instancabile il Papa Paolo VI, che proprio il 6 agosto 1978, domenica della Trasfigurazione, veniva chiamato dalla luce di questo a quella del cielo. Si può dire che la festa della Trasfigurazione abbia segnato in modo singolare, quasi profetico, il servizio ecclesiale di quel grande Pontefice, tanto che egli si potrebbe definire “il Papa della Trasfigurazione”. Si può dire che tutta la sua vita fu una continua trasfigurazione alla scuola del Signore Gesù Cristo «luce del mondo» (Gv 8,12). Paolo VI infatti non si stancò di mettere in guardia i fedeli contro le tentazioni di rendere opaco lo spirito, sottomettendolo al dominio dei sensi. Alla luce del Risorto e della Vergine assunta, egli inculcò negli animi l’amore alla Chiesa, trasparenza di Dio sulla terra, la forza della verità che ci rende liberi, e il gusto della bellezza di chi sa riscattare il proprio corpo dalla corruzione del peccato con l’aiuto della grazia dei sacramenti; di chi sa ridare dignità alla propria persona per conseguire titolo all’immortalità sovrumana della risurrezione e della vita eterna.
[Angelus, 6 agosto 1989]
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