La nostra riflessione quaresimale si rivolge al sacramento della riconciliazione, col quale l’uomo pentito - dopo l’accusa dei peccati - ne ottiene la remissione. Solo Dio può rimettere i peccati, perché egli è Amore. Amore!
Questo incontro è sorgente di profonda gioia spirituale. Grida il salmista: «Rendimi la gioia...» (Sal 50,14). Infatti il peccato che grava sull’uomo è la sorgente di tristezza e di abbattimento.
«Rendimi la gioia di essere salvato».
Questa gioia viene restituita dalla grazia del sacramento della riconciliazione con Dio.
La grazia genera nell’uomo anche la prontezza nel soddisfare a Dio e agli uomini. Perciò il salmista prega: «Sostieni in me un animo generoso» (cfr. Sal 50,14).
L’uomo interiormente rinnovato è tanto più pronto a fare il bene quanto più, prima, il peccato lo ha legato al male.
È pronto a sopportarne i sacrifici. La grazia del sacramento della penitenza non solo “interrompe” in noi la presenza del peccato, ma veramente “rinnova la potenza dello spirito”: sprigiona le nuove energie di ciò che è buono.
[Angelus, 16 marzo 1986]
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