In questo tempo di Quaresima siamo invitati a riflettere, rientrando in noi stessi per cogliere meglio il senso del nostro destino. Si tratta di pensare alle cose veramente essenziali della nostra esistenza. Il nostro sguardo, infatti, e con esso il nostro pensiero, sono spesso attratti dalle cose visibili che ci circondano, così che noi rischiamo di fermarci solo alle nostre necessità più immediate, trascurando di interrogarci sullo scopo ultimo della nostra vita. Ma tale scopo è importante, perché dal suo conseguimento dipende l’esito della nostra vicenda terrena.
Per scoprire con sicura chiarezza questo scopo, dobbiamo abbandonare i nostri pensieri troppo superficiali, per fare spazio in noi alla sapienza divina. Già l’Antico Testamento raccomandava la ricerca della Sapienza, che è dono divino, ma che «si lascia trovare da quelli che la cercano» (Sap 6,12). Cristo, poi, ci ha fatto capire di essere lui stesso la Sapienza venuta a istruire l’umanità. Questa Sapienza deve animare il pensiero del sacerdote ed orientarne l’insegnamento e l’azione.
[Angelus, 18 marzo 1990]
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