Il vero e implacabile nemico della libertà è il peccato, che sconvolge l’ordine in cui l’uomo è stato creato, scatenando in lui istinti e pulsioni, da cui la volontà resta inevitabilmente influenzata. L’esercizio della penitenza contribuisce a rettificare l’orientamento della mente e del cuore e a rafforzare la capacità della volontà di aderire al bene. Oggi le pratiche penitenziali comandate dalla legge della Chiesa sono talmente limitate, da non esaurire affatto il dovere e il bisogno di ciascuno di fare penitenza. Il più è affidato alla generosa iniziativa di ciascuno.
È necessario perciò che la maturità di coscienza del singolo fedele lo spinga a cercare spontaneamente, anzi di creare nell’ambito della propria libertà le forme e i modi di penitenza conformi alle personali necessità di liberazione dal peccato di purificazione e di perfezionamento. Avvalori questi sforzi la Vergine Maria, essa che liberamente accettò il disegno divino, cui doveva partecipare anche con il cuore trafitto dalla spada del dolore.
[Angelus, 10 marzo 1985]
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