Nel tempo di Quaresima, le nostre meditazioni si dirigono verso quell’interiore “itinerarium”, mediante il quale l’uomo si avvicina a Dio nell’atto della conversione.
Esame di coscienza, atto di dolore, proposito, confessione e penitenza.
Così si chiamano le singole tappe di tale “itinerarium” nella tradizione della Chiesa, nella catechesi, nella pratica del sacramento della Penitenza. Quando il re penitente dell’antica alleanza confessa: «Contro di te ho peccato... il mio peccato mi sta sempre dinanzi» (Sal 50,5-6), mette in evidenza quel momento, che nell’“itinerarium” interiore ci avvicina di più alla conversione.
L’uomo riconosce nella sua coscienza la verità del peccato, e in pari tempo nasce il bisogno di finirla con esso. Voltarsi dal male che è il peccato.
È un momento decisivo.
È un momento pure difficile.
A volte è doloroso.
Tanto più doloroso, quanto più il peccato si è radicato nell’uomo. Quanto più è entrato nella sua vita. Quanto più l’uomo si è abituato a vivere con esso. Giustamente si avverte in questo momento decisivo la somiglianza alla croce di Cristo. [Angelus, 2 marzo 1986]
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