«Ascoltate oggi la sua voce: Non indurite il cuore»! (Sal 94,8).
Con queste parole del Salmo la Chiesa inizia la sua quotidiana preghiera nel corso della Quaresima. Esse contengono una fervida preghiera per l’efficacia della parola di Dio nei cuori umani. Dio durante la Quaresima parla non soltanto con la ricchezza eccezionale della sua Parola nella liturgia e nella vita della Chiesa, ma soprattutto con l’eloquenza pasquale della passione e della morte del proprio Figlio; parla con la sua Croce e con il suo sacrificio. Ciò è, in certo senso, l’ultimo argomento nel dialogo con l’uomo che dura da secoli; il dialogo con la sua mente e con il suo cuore, con la sua coscienza e con la sua condotta. “Che altro avrei dovuto fare e non ho fatto?”, sembra domandare ogni anno, in questi giorni, il Padre che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16), e sembra domandare il Figlio stesso, obbediente al Padre fino alla morte e alla morte di croce (cfr. Fil 2,8).
[Angelus, 15 marzo 1981]
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