«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35). La Chiesa - ed in essa ogni uomo - deve avere la certezza della grazia, la cui condizione è l’obbedienza a Cristo.
Questa obbedienza significa, simultaneamente, il più pieno abbandono.
Noi tutti preghiamo perché si riempiano i seminari ecclesiastici e i noviziati, perché le singole Chiese, ed anche le comunità - parrocchie, congregazioni religiose - possano guardare con fiducia verso il futuro, certi che non mancheranno quegli operai, che il Signore manda «nella sua messe» (Mt 9,38); che non mancheranno i sacerdoti, i quali dedicandosi “esclusivamente” al regno di Dio, celebreranno l’eucaristia, predicheranno la parola del Signore e compiranno il ministero pastorale: che non mancheranno le persone, uomini e donne, capaci di una completa dedizione della loro vita allo Sposo divino nello spirito di povertà, di castità e di obbedienza in testimonianza “al mondo futuro”, a ciò spinti dall’amore illimitato verso il prossimo.
[Angelus, 2 marzo 1980]
Nessun commento:
Posta un commento