Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, abbi pietà di noi.
Nel Cuore trafitto noi contempliamo l’obbedienza filiale di Gesù al Padre, il cui incarico egli portò coraggiosamente a compimento, e il suo amore fraterno per gli uomini, che egli “amò sino alla fine” (Gv 13,1), cioè sino all’estremo sacrificio di sé. Il Cuore trafitto di Gesù è il segno della totalità di questo amore in direzione verticale e orizzontale, come le due braccia della Croce. Il Cuore trafitto è anche simbolo della vita nuova, data agli uomini mediante lo Spirito e i sacramenti. Non appena il soldato ebbe vibrato il colpo di lancia, dal costato ferito di Cristo «uscì sangue ed acqua» (Gv 19,34). Il colpo di lancia attesta la realtà della morte di Cristo. Egli è veramente morto, com’era veramente nato, come veramente risorgerà nella sua stessa carne. Contro ogni tentazione antica o moderna di docetismo, di cedimento “all’apparenza”. L’Evangelista nell’episodio del colpo di lancia, vede un profondo significato: come dalla roccia colpita da Mosè scaturì nel deserto una sorgente d’acqua, così dal costato di Cristo, ferito dalla lancia, è sgorgato un torrente d’acqua per dissetare il nuovo Popolo di Dio. Tale torrente è il dono dello Spirito, che alimenta in noi la vita divina.
[Angelus, 30 luglio 1989]
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