Secondo una felice tradizione della Chiesa cattolica, l’Angelus ricorda ogni giorno l’aurora della nostra salvezza: l’annuncio a Maria, la sua risposta il suo “fiat” e l’incarnazione del Figlio di Dio nel suo seno. Il suo “fiat” gioioso di Nazaret testimonia la sua libertà interiore, fatta di fiducia e di serenità. Ella non sapeva come si sarebbe dovuto svolgere il servizio al Signore, né quale sarebbe stata la vita di suo Figlio. «Ecco la serva del Signore».
È la volontà del Signore che sarà la luce della sua vita, la sua pace nella sofferenza e la sua gioia. Con lo stesso cuore ella è serva del Signore e attenta ai suoi fratelli. Così, mettendosi a servizio dei fratelli, con un’attenzione tutta particolare ai più poveri di essi, l’uomo non solo contribuisce a rendere più ospitale e più giusta la nostra terra, ma riesce a superare le angosce e le paure, derivate dal cattivo uso della libertà. In mezzo a tanti uomini che servono se stessi, invece di servire il loro prossimo, il cristiano contempla in Cristo colui che si è fatto uomo per servire, e in Maria la serva del Signore.
[Angelus, 17 giugno 1984]
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