Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo penetri i nostri cuori con la sua luce per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. Così preghiamo, attingendo abbondantemente dalla lettera agli Efesini. Uniamo questa preghiera con la nostra meditazione all’Angelus.
Uniamo la nostra preghiera con la meditazione sulla nostra chiamata: umana e cristiana. Siamo chiamati dall’eternità in Gesù Cristo: «Dio Padre in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo...» (Ef 1,4); «per amore ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo» (Ef 1,5). In lui «abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia» (Ef 1,7). Ecco alcune frasi della lettera agli Efesini. Esse ci dicono a quale speranza Dio ci ha chiamati. Ci dicono a che cosa ha chiamato ognuno di noi l’Eterno Padre, già fin da qui in terra e nella prospettiva di tutta l’eternità. Queste parole parlano della elevazione soprannaturale di ogni uomo in Gesù Cristo: della dignità di figli adottivi di Dio, della quale siamo in lui gratificati.
[Angelus, 11 luglio 1982]
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