Il mese di giugno è, in modo particolare, dedicato alla venerazione del Cuore divino. Le litanie al Cuore di Gesù attingono abbondantemente alle fonti bibliche e, nello stesso tempo, rispecchiano le più profonde esperienze dei cuori umani. Nello stesso tempo, sono preghiera di venerazione e di dialogo autentico. Parliamo in esse del cuore e, nello stesso tempo, permettiamo ai cuori di parlare con questo unico Cuore, che è “fonte di vita e di santità” e “desiderio dei colli eterni”. Con il Cuore che è “paziente e di grande misericordia” e “generoso verso tutti quelli che lo invocano”. Questa preghiera, recitata e meditata, diventa una vera scuola dell’uomo interiore: la scuola del cristiano. La solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù ci ricorda soprattutto i momenti in cui questo Cuore è stato “trafitto dalla lancia” e, mediante questo, aperto in modo “visibile” all’uomo e al mondo. Recitando le litanie - e in genere venerando il Cuore divino - impariamo il mistero della Redenzione in tutta la sua divina ed insieme umana profondità. Contemporaneamente, diventiamo sensibili al bisogno di Riparazione. Cristo apre verso di noi il suo Cuore perché nella sua riparazione ci uniamo con lui per la salvezza del mondo. Il parlare del Cuore trafitto pronuncia tutta la verità del suo Vangelo e della Pasqua. Cerchiamo di capire sempre meglio questo parlare. Impariamolo.
[Angelus, 27 giugno 1982]
[Angelus, 27 giugno 1982]
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