«Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45). Queste parole, indirizzate a Maria da Elisabetta durante la visitazione, penetrano la nostra preghiera del Rosario.
Recitiamo le singole “decine”, meditiamo uno dopo l’altro i misteri: gaudiosi, dolorosi, gloriosi, e nel corso di ciascuno di essi gridiamo a Maria come ha fatto Elisabetta durante la visitazione: “Beata colei che ha creduto”!
Tu che hai creduto con fede piena di gioia: all’annunciazione, alla visitazione, alla natività, alla presentazione al tempio, al ritrovamento nel tempio. Tu che hai creduto con fede piena di dolore; durante tutta la passione del Getsemani, della flagellazione, della coronazione di spine, della via Crucis: tu che hai creduto sotto la croce al Calvario. Tu che hai creduto, con la fede di una gloria incipiente, nella glorificazione di tuo Figlio: alla risurrezione, all’ascensione, nel giorno della Pentecoste. Tu, la cui fede si compiva nell’Assunzione: Madre nostra, ornata con la corona della gloria celeste!
[Angelus, 14 ottobre 1984]
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