«Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi!».
In questa antifona mi è caro intravedere, attraverso le parole di Isaia, che la liturgia applica alla Chiesa il mistero della Vergine madre, della sua gioia e del suo materno dolore. Poiché Maria è la vera figlia di Sion, compendio spirituale dell’antica Gerusalemme, inizio e vertice della Chiesa di Cristo; anzi, è la nuova Eva, la vera madre di tutti i viventi.
Essa, come figlia di Sion, e come nuova Eva, oggi è invitata a gioire. Non si può infatti capire il dolore umano, se non nel contesto di una felicità perduta; e non ha senso il dolore, se non in vista di una felicità promessa.
“Rallegrati, Gerusalemme!”.
Il dolore della Gerusalemme cantata dai profeti era la conseguenza delle infedeltà dei suoi figli, che avevano provocato il castigo di Dio e l’esilio dalla patria. Il dolore di questa misteriosa nuova figlia di Sion, Maria, è conseguenza delle innumerevoli colpe di tutti i figli di Adamo, colpe che hanno causato la nostra espulsione dal paradiso.
[Angelus, 1 aprile 1984]
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