In Maria in modo unico, si rivela il mistero salvifico della sofferenza, e il significato e l’ampiezza della solidarietà umana. Perché la Vergine non soffrì per sé, essendo la tutta bella, la sempre immacolata: soffrì per noi, in quanto è la madre di tutti. Come Cristo «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» (Is 53,4), così anche lei fu gravata come da dolori da parto per un’immensa maternità che ci rigenera a Dio. La sofferenza di Maria, nuova Eva, accanto al nuovo Adamo, Cristo, fu e rimane la via regale della riconciliazione del mondo. “Rallegrati, Gerusalemme! Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza!”.
Nella figura della Vergine madre, segnata dal dolore per la infedeltà dei figli, ma invitata ad esultare di gioia in vista della loro redenzione, si inserisce il nostro dolore: anche noi possiamo diventare “una particella dell’infinito tesoro della redenzione del mondo” (Salvifici Doloris, 27), perché altri possano condividere questo tesoro e giungere alla pienezza della gioia che esso ci ha meritato.
[Angelus, 1 aprile 1984]
Nessun commento:
Posta un commento