Nell’Akathistos, celebre inno che da molti secoli ovunque si canta, “in piedi”, in onore della madre di Dio, Maria è presente al mistero che si è compiuto un giorno nel suo grembo, costituendola trono di Dio più fulgido di un trono di angeli: “Ave, o trono santissimo di colui che siede sui cherubini”; è presente nell’effusione di pace e di perdono che Dio per suo mezzo elargisce al mondo: “Ave, clemenza di Dio verso l’uomo”. È presente nella misericordia che continua ad effondersi copiosa, nella grazia che ci riveste di luce: “Ave, campo che produci abbondanza di misericordie”. È presente sulla bocca degli apostoli che annunciano la parola e nella testimonianza dei martiri, che per Cristo vanno alla morte: “Ave, tu degli apostoli la voce perenne; ave, dei martiri l’indomito ardire”. È presente nell’itinerario di fede che porta i catecumeni al Battesimo, nei sacramenti che generano e alimentano la Chiesa: “Ave, tu sei la fonte dei santi martiri, tu la sorgente delle acque abbondanti, tu vita del sacro banchetto”. È presente nel pellegrinaggio della Chiesa verso la patria dei cieli, lungo il deserto del mondo. “Ave, per te innalziamo i trofei; ave, per te cadon vinti i nemici”. È presente accanto a ciascuno di noi, che in lei confidiamo: “Ave, tu medicina del mio corpo, tu salvezza dell’anima mia!”.
[Angelus, 8 aprile 1984]
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