«Stava presso la croce di Gesù la Madre». Crocifissa col Figlio crocifisso (cfr. Gal 2,20), contemplava con angoscia di madre e con eroica fede di discepola la morte del suo Dio; “e acconsentiva con amore all’immolazione della vittima, che lei stessa aveva generato” (Lumen Gentium, 58), per quel sacrificio. Pronunciò allora il suo ultimo “fiat”, facendo la volontà del Padre in nostro favore e accogliendoci tutti come figli, per testamento di Cristo: «Donna, ecco il tuo figlio!» (Gv 19,26). «Ecco la tua Madre!», disse Gesù al discepolo; «e da quell’ora il discepolo la prese con sé» (Gv 19,27): il discepolo vergine accolse la Vergine madre come sua luce, suo tesoro, suo bene, come il dono più caro ereditato dal Signore. E l’amò teneramente con cuore di figlio.
“Perciò non mi meraviglio - scrive Ambrogio (De institutione virginis, 50) - che abbia narrato i divini misteri meglio degli altri colui che ebbe accanto a sé la dimora dei celesti misteri”.
[Angelus, 15 aprile 1984]
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