A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».Lc 1,39-45
Vieni sull'asina e non sui cherubini, tu vieni verso di noi non contro di noi, vieni per salvare e non per giudicare, per visitarci nella pace non per condannare nel furore. Se vieni così, Signore Gesù, invece di fuggirti noi correremo verso di te.
RispondiEliminaPietro di Celle
Dopo l'annunzio, da Nazareth Maria sale ad Ain-Karim, sulle montagne della Giudea. La vediamo come pellegrina sulla strada, pellegrina della carità, ripiena di Dio; con Dio va verso l'umanità che ha bisogno. Maria è là come serva, come consolatrice, come sostegno, con tanta semplicità: portatrice della gioia di Dio.
RispondiEliminaAnna Maria Canopi