“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra, finché abbia ricevuto le piogge d’autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” (Gc 5,7-8).
Queste parole della lettera di san Giacomo apostolo la Chiesa legge nella liturgia d’Avvento. Con tali parole salutiamo pure te, Vergine di Nazaret, che aspetti il frutto del tuo seno. La Chiesa guarda a te come all’esempio permanente della sua maternità. La Chiesa infatti è anch’essa come te chiamata ad essere madre nell’ordine della grazia, mediante il sacramento del Battesimo. E come tu hai concepito e dato al mondo il Figlio di Dio, sottomettendoti alla potenza dello stesso Spirito Santo, così pure la Chiesa si sottomette sempre alla potenza santificante di questo Spirito che dà la vita divina e la dona ai figli e alle figlie del genere umano.
«Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi» esclama san Paolo (Gal 4,19).
Benedetta sei tu, Madre del Figlio di Dio.
[Angelus, 14 dicembre 1986]
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