«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome» (Lc 1,49).
Le parole pronunziate nella visita a Elisabetta rendono pienamente ciò che il cuore della Vergine di Nazaret sta vivendo dopo l’Annunciazione. L’adorazione di Dio piena di gioia e la gioia piena dell’adorazione di Dio: ecco lo stato della sua anima beata, ecco i sentimenti più profondi che nutre il suo cuore. Essi si manifestano soprattutto nelle parole del Magnificat. Maria è colei in cui l’Avvento dell’intera umanità ha assunto la forma più piena: in lei ha raggiunto il suo “zenit”.
Però questo “zenit” dell’Avvento continua nel suo compimento e raggiunge la sua pienezza nella Chiesa. Pellegrina sulla terra, e come “esule” che cerca le cose di lassù, la Chiesa sperimenta la venuta del Signore “fino a quando con il suo Sposo comparirà rivestita di gloria” (cfr. Lumen Gentium, 6); e l’Avvento vissuto dalla Chiesa è sacramento o segno e strumento dell’unione con Dio.
[Angelus, 16 dicembre 1984]
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