“Regem venturum Dominum venite adoremus”.
Con queste parole riflettiamo sul tempo d’avvento, chiedendo al Signore di poter “amare la sua venuta” e di potergli dedicare tutta la vita. Prego, cari fratelli e sorelle, perché tale amore della “venuta del Signore” sia in ognuno di voi ed in me stesso.
Preghiamo insieme perché sia presente anche in ogni cristiano, anzi in ogni uomo: perché sia amata quella sua prima venuta nel corpo umano, la quale si rinnova ogni anno mediante la solennità del Natale del Signore; e preghiamo anche perché sia amato quel suo incessante venire all’uomo: al cuore umano e alla storia dell’uomo, ai singoli popoli e nazioni, alle generazioni che si susseguono, ed alle epoche dell’umanità.
Infine preghiamo perché sia amata quella sua ultima venuta che significa, nello stesso tempo, il termine e l’inizio: il termine del mondo e l’inizio di «nuovi cieli e di una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2Pt 3,13). “Regem venturum Dominum venite adoremus”!
Con queste parole riflettiamo sul tempo d’avvento, chiedendo al Signore di poter “amare la sua venuta” e di potergli dedicare tutta la vita. Prego, cari fratelli e sorelle, perché tale amore della “venuta del Signore” sia in ognuno di voi ed in me stesso.
Preghiamo insieme perché sia presente anche in ogni cristiano, anzi in ogni uomo: perché sia amata quella sua prima venuta nel corpo umano, la quale si rinnova ogni anno mediante la solennità del Natale del Signore; e preghiamo anche perché sia amato quel suo incessante venire all’uomo: al cuore umano e alla storia dell’uomo, ai singoli popoli e nazioni, alle generazioni che si susseguono, ed alle epoche dell’umanità.
Infine preghiamo perché sia amata quella sua ultima venuta che significa, nello stesso tempo, il termine e l’inizio: il termine del mondo e l’inizio di «nuovi cieli e di una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2Pt 3,13). “Regem venturum Dominum venite adoremus”!
[Angelus, 7 dicembre 1980]
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